L’evoluzione dello smart working in Italia, tendenze e sfide nel panorama lavorativo italiano
Lo smart working ha assunto un ruolo cruciale nel contesto lavorativo italiano, con un notevole aumento di persone che lavora da casa. Attualmente sappiamo che in Italia, circa 3,585 milioni di lavoratori abbracciano questa modalità, mostrando un incremento rispetto ai 3,570 milioni stimati del 2022, con una crescita del 541% rispetto al periodo precedente al Covid.
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L’evoluzione dello smart working in Italia, le aziende guardano al futuro
La maggior parte delle grandi imprese indica la volontà di non lasciare lo smart working nel tempo, con solo il 6% che esprime incertezza. L’Osservatorio sullo smart working del Politecnico di Milano, supportato da Urbnx, riflette uno scenario in cui questa pratica è ormai consolidata. Molti sperimentano nuove modalità di lavoro più flessibili, magari spostandosi occasionalmente da casa per lavorare in luoghi differenti.

Uno studio evidenzia che sette lavoratori uno decide di trasferirsi fuori città alla ricerca di un migliore equilibrio tra lavoro e vita. Tuttavia, non tutte le persone che lavorano da remoto beneficiano appieno di questa modalità. I veri smart worker, che combinano lavoro remoto con flessibilità oraria e obiettivi chiari, godono di livelli di benessere superiori rispetto ai lavoratori che mantengono la tradizionale presenza sul posto di lavoro.
Stress e benefici del lavoro da casa, le sfide da affrontare
Sebbene lo smart working offra flessibilità e comodità, chi lo pratica sa che può portare a stress aggiuntivo, specialmente per i genitori. Conciliare famiglia e lavoro non è facile , soprattutto se non abbiamo pensato di ritagliare un piccolo spazio “fisico” da adibire a postazione lavorativa.
Avere un luogo adibito solo al lavoro infatti, può essere fondamentale per evitare tutte quelle distrazioni che a colpo d’cchio ci fanno perdere la concentrazione; un mensola da attaccare, una lavatrice da caricare, la cena a cui pensare. Senza considerare per chi è genitore, l’aumento del carico dovuto ad evetuali malanni dei bambini, come spesso capita, nel periodo invernale.
In queste situazioni, soprattutto per le mamme che in passato si sono viste negare un permesso o si sono sentite in difetto perché no, proprio non potevano lasciare il lavoro per stare con i figli ammalati, il fatto di riuscir a conciliare le due cose è sicuramente una conquista.
Un dato interessante è che i padri che lavorano da casa sono più suscettibili allo stress genitoriale rispetto alle madri. Questo potrebbe essere dovuto alle aspettative sociali che mettono più pressione sugli uomini nel bilanciare lavoro e famiglia. Strategie pratiche, come uno spazio di lavoro isolato e la pianificazione di orari, possono aiutare a mitigare questi stress.
La crescente diffusione dello smart working ha trasformato radicalmente il modo in cui concepiamo la separazione tra il nostro tempo di lavoro e quello personale. Questa rivoluzione ha dato vita a un fenomeno noto come “work-life blending,” un modello in cui le linee tra lavoro e vita si fondono, creando una realtà più fluida e interconnessa.
I risultati del Randstad Workmonitor 2020, l’evoluzione dello smart working in italia
Questo cambiamento radicale è emerso in modo evidente dai risultati del Randstad Workmonitor 2020, che evidenziano una realtà in cui molti lavoratori italiani sono sempre connessi al lavoro, anche al di fuori degli orari tradizionali. Questa costante connessione solleva legittime preoccupazioni riguardo al benessere dei dipendenti e alla crescente possibilità di stress e burnout.
In un mondo in cui la connettività è costante, l’equilibrio tra lavoro e vita personale richiede una consapevolezza attenta e un impegno a proteggere la salute mentale e il benessere complessivo. In questa nuova era del lavoro, trovare modi per adattarsi e mitigare gli effetti negativi del “work-life blending” diventa cruciale per la sostenibilità a lungo termine delle pratiche lavorative moderne.
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